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Scrivere a mano….serve!!

Scrivere a mano stimola la mente Gli esperti: stop al tablet-selvaggio
da Il Giorno – 24 marzo 2015
«I figli dei dirigenti di Apple e Google non usano i computer a scuola prima dei 16 anni. Un motivo ci sarà». Per Benedetto Vertecchi, professore di pedagogia sperimentale all’università Roma Tre, il progressivo abbandono della scrittura manuale a favore di tablet e tastiere comporta più danni che benefici.
«Non ce l’ho precisa il docente con i nuovi media. Come le automobili sono strumenti straordinari. Tuttavia nessuno si sognerebbe di mai mettere al volante un bambino». L’adozione delle nuove tecnologie deve avvenire nel tempo.
«Bisogna prima imparare a scrivere a mano. Poi, quando si padroneggia questa abilità, si possono aggiungere nuovi strumenti». Anche perché impugnare una penna cambia il modo in cui ragioniamo. «Scrivere a mano fa notare Fermino Giacometti, presidente dell’Istituto grafologico internazionale Girolamo Moretti secondo diverse ricerche attiva infatti zone del nostro cervello che rimangono spente quando digitiamo».
Gli alunni con le mani sporche di inchiostro sono più recettivi dei loro cyber-coetanei.
L’anno scorso il professor Vertecchi ha condotto un maxi esperimento su 380 bambini delle elementari. Per tre mesi e mezzo sono stati invitati a scrivere ogni giorno un pensiero di poche righe. I risultati sono stati sbalorditivi.
«Inizialmente spiega Vertecchi i piccoli mostravano difficoltà paurose.
Con il passare del tempo è migliorata la loro qualità tecnica nel tracciare segni e la loro abilità linguistica. Il lessico si era ampliato e la disposizione a produrre testi era aumentata».
Molti Stati che avevano abbracciato la completa rivoluzione digitale, abbandonando la penna a favore del touch-screen e dei comandi vocali, stanno facendo retromarcia. «Gli studi prosegue Vertecchi sono chiari. Le abilità che non si usano si perdono. I bambini che non scrivono a mano stanno perdendo le capacità di produrre segni, un’abilità direttamente legata all’autonomia intellettuale».
Ma non sono solo le competenze verbali a essere intaccate. «Si sviluppano atteggiamenti passivi. Tablet e pc diminuiscono l’interazione e si arriva a colpire la capacità di esprimere pensieri compiuti e complessi». La scrittura, soprattutto quella in corsivo, aiuta a costruire collegamenti. «I bambini – osserva Giacometti – devono sforzarsi di associare un’immagine a un suono e a un movimento.
E un procedimento complesso, anche perché la sequenza e il gesto cambiano tutte le volte.
Quando usiamo un tablet compiamo invece sempre la stessa azione.
Oltre a impoverire la nostra capacità di formulare pensieri astratti, ne risente anche la psicomotricità».
I genitori, proprio con il loro esempio, possono aiutare i figli a capire l’importanza di non abbandonare la penna. «Devono parlare con loro più che possono e incoraggiarli conclude Vertecchi a leggere e a scrivere». Le famiglie di Apple e Google lo hanno già capito.

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