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L’educazione della gioventù nell’insegnamento di San Giovanni Bosco

Maniera pratica per accostarsi degnamente al sacramento della Confessione (brani tratti da “Il Giovane provveduto”, del sac. Giovanni Bosco)

 

Cari figliuoli, se voi non imparate da giovani a confessarvi bene correte pericolo di non apprendere mai più in vita vostra, e per conseguenza di non confessarvi mai a dovere con vostro grave danno, e forse a rischio di vostra eterna salvezza. Prima di tutto vorrei che foste persuasi che qualunque colpa voi abbiate sulla vostra coscienza, vi sarà perdonata nella vostra confessione, purché vi accostiate colle debite disposizioni. La prima di esse consiste nel fare l’esame di coscienza, vale a dire richiamarvi a memoria le vostre azioni per iscoprire quali siano state buone e quali peccaminose. Cominciate dal pregare il Signore che vi illumini dicendo: Signor mio Gesù Cristo, Redentor dell’anima mia, io mi getto a’ vostri piedi supplicandovi ad aver pietà e misericordia di me. Illuminatemi colla vostra grazia, affinché io conosca ora i miei peccati come li farete a me noti quando presenterommi al vostro giudizio. Fate, o mio Dio, che li detesti con vero dolore, e ne conseguisca il perdono per li meriti infiniti del sangue preziosissimo di Gesù Cristo sparso per me sulla croce. Vergine Santissima, san Luigi Gonzaga, pregate per me onde possa fare una buona confessione.

 

Esame

Esaminatevi se parlaste male delle cose di religione; se bestemmiaste, nominaste il nome d’Iddio in vano; se ascoltaste la santa Messa ne’ giorni festivi con esservi occupato in opere di pietà, o piuttosto vi occupaste in lavori proibiti, esaminativi se disobbediste a’ vostri parenti, superiori o maestri, o deste loro qualche risposta insolente; se foste di scandalo in Chiesa o fuori di Chiesa, specialmente con discorsi osceni o con cattivi consigli; se rubaste qualche cosa in casa o fuori di casa. Notate che si può anche rubare non occupando il tempo in quelle cose che vi sono comandate. Se diceste, ascoltaste, faceste, permetteste, o anche solo pensaste alcuna cosa contra l’onestà. Vi debbo però avvertire riguardo all’esame, che non basta esporre semplicemente il peccato, ma dovete dire il numero delle volte che commetteste questo o quell’altro peccato. Per esempio: non basta il dire, ho disobbedito a’ miei parenti, ma bisogna soggiungere, ho disobbedito due o tre volte, cioè il numero preciso, o approssimativo dello disubbidienze commesse. Lo stesso dite degli altri peccati.

Queste sono le cose principali intorno a cui dovete esaminarvi. Ma non bastano ancora per fare una buona confessione, dovete altresì eccitarvi ad un vero dolore riflettendo seriamente che il peccato è un gran male. Il peccato vi apre l’inferno sotto i piedi. Che gran male, oh spavento!… Vi chiude il Paradiso; che grave perdita!… Vi fa nemici d’Iddio e schiavi dei demoni. Ogni vostro peccato cagionò acutissimo dolore al cuore amoroso di Gesù, il quale per voi patì flagelli, spine, piaghe, sangue e croce; e voi gli rendeste disgusti, disprezzi e villanie. Il peccato è un’ offesa fatta al vostro Dio che è tanto buono ed amabile per se stesso, che vi creò, vi conserva la vita. La sanità, l’aria che respirate, il pane che mangiate sono tutti doni che Dio vi concede. Egli vi preservò da continue disgrazie e dall’inferno medesimo più e più volte meritato. E a tanti suoi benefizi voi corrispondeste colla più mostruosa ingratitudine servendovi di questi ad offenderlo. Alla vista del gran male che voi faceste peccando dovete avere un grande dolore, ovvero dispiacere di aver offeso Iddio più che se vi fosse avvenuta qualunque disgrazia, qualunque castigo da parte de’ vostri genitori o di altri. Questo dispiacere vi deve condurre al proponimento, ossia a fare una promessa di non voler mai più offendere Iddio per l’avvenire. Per esempio: voi diceste parole cattive, foste disobbedienti, ora affinché la vostra confessione sia valida bisogna che facciate una promessa al Signore che non volete più commettere tali peccati anche a costo di patire qualunque male.

Dopo questi riflessi fate un atto di contrizione, ed accostatevi con tutta umiltà al confessore, e se vi toccasse aspettare, non dissipatevi con discorsi o sorrisi guardando qua e là, ma state con raccoglimento aspettando che sia tempo. Vi debbo avvertire di non tacer mai alcun peccato in confessione. Prima che si pecchi il demonio vi dice che non vi è gran male in quell’azione; dopo fa quanto può per farvene vergognare, onde la tacciate, e facciate la confessione sacrilega. Perciò non abbiate timore alcuno da parte del confessore, egli si rallegra sentendo che voi gli confidate quello che faceste. Altronde siate certi che il sacerdote non può dire a veruno le cose da voi confessate, e non se ne può servire quand’anche si trattasse di evitar la morte.

Coraggio dunque, primo confessate quel peccato che vi fa più pena. Accostato poi al confessore farete il segno della santa croce dicendo: Beneditemi, o padre, perché peccai. Indi gli direte il tempo che non vi confessaste, e gli manifesterete lo stato di vostra coscienza esponendo il numero e la specie de’ vostri peccati. Finita l’accusa ascoltate quello che egli vi dirà, e mentre vi darà l’assoluzione, pensate essere quello il momento, in cui si versa sull’anima vostra la virtù del sangue di Gesù Cristo. Onde fate di cuore un atto di pentimento. Terminata la confessione ritiratevi in disparte per ringraziare il Signore del benefizio che vi ha fatto.

 

Dopo la confessione

Rinnovate di tutto cuore il proponimento già fatto nella confessione, con promettere al Signore di volere praticar tutti i mezzi suggeriti dal confessore per non mai più cadere in peccato facendo queste tre risoluzioni: 1.° Di volervi diportare in Chiesa con grande divozione: 2.° Prestare pronta ubbidienza a’ genitori vostri e a tutti gli altri superiori: 3.° Essere grandemente animati per l’adempimento de’ doveri del vostro stato, e di voler lavorare per la maggior gloria d’Iddio, e per la salvezza dell’anima vostra. Poscia dite divotamente questa:

 

Orazione

Quante grazie vi debbo rendere, o mio Dio, per la misericordia che mi avete usata nel perdonarmi tutti i miei peccati! Voi tornate ad amarmi e mi amerete sempre più, se io sarò fedele nel servirvi. Oh! si io voglio davvero emendarmi. Prometto di evitare tutte le cose che mi potrebbero di nuovo far cadere nel peccato. Non mi scorderò mai che voi siete in ogni luogo, e che vedete e sapete tutto quello che io fo, e penso. Aiutatemi e datemi piuttosto la morte che io torni ad offendervi. Maria cara mia madre, non permettete che per l’avvenire disgusti il mio buon Gesù col peccato. Angelo mio custode, santi miei avvocati, aiutatemi e custoditemi sempre.

 
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